The image-creating Demiurge
Jiří Georg Dokoupil - Giuseppe Gallo - Hubert ScheiblA cura di Lóránd Hegyi.
06.04.23 – 12.05.23
La Galleria Umberto Benappi di Torino ospita nei suoi spazi The image-creating Demiurge, a cura di Lóránd Hegyi, secondo appuntamento della rassegna Promenade.
Promenade è un progetto espositivo, composto da tre mostre, il cui intento è quello di concentrarsi sulla rivisitazione delle visioni estetiche ed artistiche di una specifica generazione di artisti, la cui carriera e il cui destino sono stati profondamente legati agli anni ‘80.
I giovani artisti della fine degli anni ‘70 e dei primi anni ‘80, anziché continuare la creazione di movimenti, di metodi e di nuove versioni del mito modernista, hanno proposto un linguaggio visivo radicalmente eclettico basato su una combinazione soggettiva di cultura, storia, mitologia e riferimenti etnografici.
La pittura, in ogni suo stile, conquistava l’interesse di gran parte dei giovani talenti; così esempi, tratti dalla storia dell’arte, da costellazioni antropologiche e da riferimenti archetipici e mitologici, si sono mescolati a soggetti emotivi, intimi e ad immagini pittoresche e fantasiose, riempiendo le tele. Promenade mette il pubblico a confronto con l’opera pittorica di alcune figure rappresentative di questo periodo di transizione caratterizzato da fondamentali cambiamenti concettuali riguardanti la storia, la mitologia, l’arte e le metafore culturali. La maggior parte delle opere presentate sono opere contemporanee che rivelano l’attuale orientamento dei loro creatori pur evocando contesti specifici degli anni ‘80.
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Come per la prima edizione del progetto i tre artisti presentati in mostra, Jiří Georg Dokoupil, Giuseppe Gallo e Hubert Scheibl, fanno parte del nuovo revival pittorico iniziato negli anni ’80, le cui opere restano tutt’oggi, anche a distanza di quattro decenni, vivide e autentiche. Nati nei primi anni ’50, tutti loro hanno intrapreso i loro studi artistici nei primi anni ’70. Sebbene siano cresciuti e abbiano interagito all’interno di differenti contesti culturali e politici e in diverse città europee, divennero figure cardine della loro generazione. Tutti e tre i pittori hanno infatti partecipato a importanti mostre di quel periodo e hanno influenzato il profondo cambiamento dell’arte negli anni ’80.
Mentre i primi lavori di Jiří Georg Dokoupil testimoniano chiaramente tematiche politiche e socio-culturali influenzate da conflitti sociali e da tensioni politiche della società tedesca, l’opera di Giuseppe Gallo rappresenta un atteggiamento piuttosto introverso e poetico, basato sulla rivalutazione della grande tradizione dell’artista-pensatore del Manierismo italiano. L’atmosfera creativa di Roma ha evidentemente ispirato l’orientamento estetico di Gallo, così come Berlino, dinamica, instabile e turbolenta metropoli tedesca, ha determinato l’atteggiamento di Dokoupil. L’opera di Hubert Scheibl si sviluppò invece negli ambienti intellettuali austriaci nei quali i discorsi politici sembravano influenzare meno le discussioni artistiche generali, e l’orientamento dei giovani artisti si concentrò probabilmente più sulle questioni secolari del dilemma centro/periferia che sulle dispute politiche attuali. Mentre l’argomentazione e la fraseologia politica erano ampiamente utilizzate nei discorsi culturali, la scena culturale tedesca era l’unica che si confrontava direttamente con i conflitti politici seri ed esistenzialmente significativi, in quanto paese nel cuore dell’Europa della Guerra Fredda. Infatti, nella Berlino divisa i conflitti ed i discorsi politici hanno influenzato direttamente le nuove tendenze artistiche e, in parte, animato alcune nuove narrazioni, al contrario altri centri culturali europei testimoniano una minore consapevolezza politica all’interno della nuova scena artistica.Tutti e tre gli artisti rifiutarono i modelli linguistici monolitici tardo-moderni, proponendo immagini pittoresche eccentriche e sofisticate basate sulla fusione di diversi contesti socio-culturali e riferimenti provenienti dalla cultura elevata e dalla cultura bassa, nonché sulla rivitalizzazione di metafore culturali. Ovviamente, tutti e tre i pittori riflettono anche le loro micro-comunità culturali, così come certi simbolismi convenzionali storicamente sviluppati dal loro background culturale. Da questo punto di vista sembra significativo osservare la mappa culturale della fine degli anni ’70, primi anni ’80 con il dinamismo di centri dell’arte contemporanea come New York, Berlino e Londra. Queste nuove capitali, simbolo della rivolta artistica, megalopoli dalle vibranti atmosfere caratterizzate da uno stile di vita postmoderno, hanno scioccato l’establishment culturale.
Jiří Georg Dokoupil, nato nell’ex Cecoslovacchia, si è trasferito con la famiglia in Germania dopo l’invasione di Praga, nel 1968. È stato uno degli esponenti di spicco della scena artistica berlinese dei primi anni ’80, e il suo nome è connesso al cosiddetto gruppo “Mühlheimer Freiheit” con sede a Colonia, considerato tra le formazioni artistiche più innovative delle tendenze della “Neue Wilde” o “Heftige Malerei”. In seguito, Jiří Georg Dokoupil adottò uno stile di vita nomade, stabilendosi tra Spagna, Germania e Repubblica Ceca. L’opera di Jiří Georg Dokoupil sottolinea la radicalizzazione della sensualità pittorica e l’offensività dell’apparenza pittorica, che paradossalmente offre la celebrazione di una eccessiva artificialità trionfalmente irresistibile, e il cupo confronto con la sostanzialità visiva, archetipica, eterna, enigmatica e indiscutibile. Il suo stile è caratterizzato da molteplici tecniche, tra le più note è l’uso di pigmenti naturali, fuliggine, bolle di sapone, alluminio. Per la mostra XX sono state selezionate una serie di opere prodotte con la fuliggine lasciata sulla tela da candele accese.
La vita e il lavoro di Giuseppe Gallo sono stati indissolubilmente legati a Roma e la sua produzione artistica rivela indiscutibili particolarità all’interno dell’ambiente culturale romano. Dal 1977 ha stabilito il suo studio nel leggendario quartiere periferico San Lorenzo ed è stato uno dei fondatori della cosiddetta “Nuova Scuola Romana”, i cui membri (tra i quali Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli, Nunzio, Pizzicannella e Marco Tirelli) organizzarono mostre collettive e presentarono le proprie opere come artisti di “Ultima Generazione”.
La pratica artistica, straordinariamente ricca e complessa, di Gallo include pittura, scultura, disegno e non mancano in essa i segni indistinguibili della tradizione intellettuale romana, caratterizzata da una certa tendenza all’eclettismo e allo storicismo. L’eclettismo è inteso come mescolanza libera e gioiosa di contesti visivi, stili, sistemi linguistici, metodi compositivi, così come da una mescolanza di soggetti antichi e moderni, allegorie e narrazioni metaforiche tratte dalla letteratura, dalla filosofia, dall’estetica, dal teatro e dalla teoria dell’arte. Lo storicismo è invece inteso come l’operare con tutti i tipi di riferimenti storici che vengono permanentemente e soggettivamente reinterpretati. Giuseppe Gallo opera con un sistema ripetitivo estremamente delicato di organizzazione visiva nel quale un insieme di motivi, proposti ripetutamente, vengono utilizzati in contesti diversi. Così facendo, questi motivi assumono significati contestuali differenti e sono collegati con varie connotazioni ed associazioni, suscitando diverse interpretazioni e aprendosi ad un ampio spazio di libera immaginazione.
Hubert Scheibl, fin dall’inizio della sua carriera pittorica, fa parte della nuova scena artistica contemporanea austriaca degli anni ’80 e la sua produzione artistica rientra tra quelle dei più significativi fondatori della cosiddetta “Austrian New Painting”, gruppo di giovani artisti austriaci spontaneo e mai ufficializzato, caratterizzato da un’estetica in qualche modo simile a quella dell’affermato gruppo tedesco coevo “Neue Wilde”, sebbene ai giovani artisti austriaci mancasse il radicalismo urbano ribelle e l’argomentazione politica dei loro contemporanei tedeschi. I giovani pittori austriaci scelsero un’altra strada rappresentata da un atteggiamento piuttosto silenzioso, meditativo e intimo che sembrava concentrarsi meno su questioni politiche e più sul ripensamento della tradizione della pittura moderna, dall’Espressionismo Romantico a quello Astratto. Come gli altri protagonisti delle tendenze artistiche del nuovo decennio, anche la pittura di Scheibl può essere interpretata all’interno di un contesto di confronto critico con l’estetica tardo-moderna. L’attività di Hubert Scheibl, uno dei più importanti rappresentanti austriaci della pittura astratta e gestuale, è inseparabilmente connessa con i radicali cambiamenti dell’arte alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80. I suoi monumentali dipinti su tela sono finzioni, costruzioni spaziali senza tempo, che invitano alla contemplazione contemplativa e forniscono insolite esperienze visive. Sono viaggi nel profondo della psiche personale, che indirizzano ed esprimono sentimenti archetipici universali. La pittura di Hubert Scheibl offre un’aura piuttosto emotiva ed empatica, nella quale certi elementi e stranezze inaspettate creano effetti inquietanti, che rompono la coerenza apparentemente armonica.
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