Zoote

14.01.16 - 28.02.16

A cura di Luca Beatrice, Leonardo Caffo e Vincenzo Santarcangelo

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L’idea parte da una scultura bronzea di Rembrandt Bugatti. Nato a Milano nel 1884 e morto suicida a Parigi nel 1916, sviluppa l’amore per la natura e gli animali, cosa che lo spinge a passare molto tempo nella riserva parigina nei pressi del Jardin des Plantes. Nel 1907 si stabilisce vicino allo Zoo di Anversa per studiare gli animali feroci. Il suo Elefante danzante negli anni ’20 verrà utilizzato dal fratello Ettore come simbolo della Bugatti Royale.

Un altro omaggio di Zoote è ad Aldo Mondino, grande artista torinese scomparso dieci anni fa, e alla sua Scultura un corno realizzata alla fine degli anni ’80. Si tratta di una piramide in bronzo composta da cinque elefanti uno sull’altro che Mondino in alcune occasioni aveva ricoperto con una colata di cioccolato Peyrano.

Per quanto riguarda invece gli artisti viventi, grazie alla loro complicità, sono stati scelti lavori a tema se non addirittura realizzati ad hoc per la mostra: le ceramiche di Bertozzi & Casoni, i più celebri e non solo in Italia nella riattualizzazione di questo materiale così legato alla storia delle arti decorative. Nel loro studio-fabbrica di Imola prendono vita sculture in cui l’animale gioca spesso un ruolo fortemente simbolico e allegorico.

Il piemontese Nicola Bolla lavora prevalentemente su due serie subito riconoscibili: gli Swarovsky con cui incastona reti metalliche di decine di migliaia di cristalli e le carte da gioco. Il bestiario fantastico è al centro del suo mondo che sembra davvero ispirato al saggio Manuale di zoologia fantastica, per quanto sui generis, scritto da Jorge Luis Borges nel 1957.

Paolo Grassino, nato ed attivo a Torino, sceglie invece un materiale povero, la spugna, legato all’uso nella realtà quotidiana, con il quale realizza forme anche monumentali sia in tridimensione sia in grandi pannelli simili a quadri-oggetto.

La pittura di Agostino Arrivabene guarda ad altri mondi: il fumetto di Moebius, il teatro de La Fura del Baus, la Body Art più estrema, il fetish, il metallo più profondo intriso di sonorità oscure e pesanti. Espressione rara di un eroismo tardo romantico, mutazione genetica del quadro classico immerso in un universo di segni di riferimento “bassi” e al contempo esaltati da una straordinaria perizia artigianale, manuale e calligrafica.

Significativa, peraltro, la presenza straniera in mostra. Polly Morgan, nata nel 1980, una giovane artista inglese specializzata nella tassidermia e considerata un astro nascente della scena britannica. Frequenta i più maturi colleghi della yBa e soprattutto Banksy, che nel 2005 le propone di esporre nella sua galleria temporanea Santa’s Ghetto. Quentin Garel, nato nel 1975 a Parigi, si è formato nella capitale francese e all’Art Institute di Chicago, ha realizzato diverse opere pubbliche di dimensioni monumentali a Parigi e a Lille. Protagonisti della sua ricerca sono gli animali domestici, che chiama “animali di consumo”, quindi le teste bovine (Trophées), lunghi ed esili crani di uccello. Usa legno, ferro e bronzo.

Quanto a Wim Delvoye (1965) è noto per le sue immagini dissacranti e surreali. Ha tatuato grandi maiali che hanno portato fino alla morte, avvenuta naturalmente, le sue geniali decorazioni. Uno spirito sarcastico e provocatorio, tipico della tradizione fiamminga da cui proviene.

Artisti  Artists

Nicola Bolla

Polly Morgan

Wim Delvoye

Aldo Mondino

Paolo Grassino

Agostino Arrivabene
Quentin Garel
Rembrandt Bugatti